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lunedì 1 dicembre 2008

Il Vaticano in casa


Delle ultime iniziative del Vaticano si è parlato ampiamente nella blogosfera e sui giornali (non so se in televisione, quasi non la guardo): qui la notizia del "no"vaticano a sottoscrivere il documento UE (da presentare all'ONU) per la depenalizzazione dell'omossessualità nel mondo; qui la notizia nel "no" (risaputo da tempo, a quanto pare) sulla Convenzione Onu per i diritti dei disabili; un'altra notizia minore, ma non meno significativa per comprendere le ossessioni dello stato della Chiesa, riguarda questa volta la ratifica della convenzione internazionale delle bombe a grappolo, ma con la contestazione della parola "gender" che compare nel documento (leggere per credere cliccando sul link precedente).
Per farla breve, e per far "parlare" chi ha espresso meglio di come potrei fare io concetti che condivido (e sentimenti di sconcerto, depressione, disprezzo in proporzioni uguali), rimando ad alcuni post che mi sembrano significativi ( e consiglio anche la lettura dei commenti): qui il post di Gian Enrico Rusconi su "La Stampa", e qui quello di ElfoBruno su "Il Cannocchiale.it"; in più invito alla lettura di questo post di Cristiana Alicata, sebbene un po' emotivo, poichè nei commenti viene un po' fuori la questione problematica del rapporto tra fedeli cattolici e Chiesa, e del supposto consenso che ha quest'ultima, specie quando di questo consenso un'istituzione religiosa approfitta per fare della politica, e politica che tocca i diritti di tutti, non solo dei credenti (cattolici).
L'ultima notizia da "indignazione" è quella della rapida marcia indietro del governo sui prospettati tagli alle scuole private (per la maggior parte cattoliche); è bastato un immediato alzar di voce del Vaticano per far rientrare il tutto nell'arco di poche ore: potenza divina...
Inutile sperare un giorno di poter vivere in un orizzonte pubblico dove 1): dei religiosi non influenzino cosi platealmente (e spiacevolmente) la vita di un paese laico e democratico, 2): dove a ogni minuto non sia dato così risalto a qualsiasi cosa passi in mente di dire a un vescovo o chi per lui, con titoloni sui giornali, ampi servizi televisivi, ecc.; il Vaticano ce l'abbiamo in casa, e basta andare a vedere paesi come la Francia , l'Inghilterra, anche la Spagna, per rendersi conto di come si potrebbe vivere senza queste genuflessioni obbligate per qualsiasi cosa avvenga nella nostra società (senza contare la montagna di soldi che siamo obbligati a dare, anche senza volerlo, a questa istituzione teocratica e reazionaria).

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